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Figlio di Emilio e di Melandrone Giacinta, di anni 54, sfollato da Milano e domiciliato con la moglie Edvige Martini presso la canonica di San Pietro, assassinato il 22 febbraio 1945 insieme alla moglie Edvige Martini ,in circostanze non del tutto chiarite, in località detta Casela, sulla strada che da San Pietro conduce a Santa Cristina. Da alcune testimonianze dell'epoca si sospetta che l'omicidio possa essere stato eseguito dalle stesse persone che, alcuni giorni dopo, effettuarono la strage della famiglia Lavezzari.
Riportiamo ora un frammento del racconto di due testimoni (Achille Ernesto e Dellagiovanna Giulia), che hanno vissuto come in un incubo la notte del fatidico 26 febbraio 1945 conservandone un ricordo indelebile. Questa testimonianza è tratta dal capitolo 1.3 della tesi di laurea 1993-1994 della dott.ssa Paola Rossi che gentilmente ha concesso questo inserto.
" Il 26 di febbraio hanno ucciso i Lavezzari, il 23 di febbraio avevano ucciso due signori di Milano: il signor Bruno e la signora Edvige, erano scappati da Milano, erano nella canonica, per salvarsi dai bombardamenti. Li hanno uccisi in mezzo alla strada, per andare alla Costa [di San Pietro], perché quando hanno sparato a Bruno e si è salvato, quel signore lì [ di Milano] era in chiesa a messa. e diceva: «Sono assassini, da fucilare!» Quello di Giarola ha sentito. Li ha fatti fuori per non essere scoperto. Quando li abbiamo seppelliti, loro erano li [nascosti] in un boschetto per vedere se c'era gente o se non ce n'era [al funerale]." |