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nato in Russia nel 1917. Partigiano. A Mezzano di Pieve Porto Morone, nelle vicinanze del Po, i tedeschi , avvalendosi della delazione di una donna del luogo, catturano e fucilano Ivan Nijsterezo insieme al compagno Gregorj Rijscha, in quanto si erano allontanati dal reparto per passare con la Brigata Matteotti, Ivan Nijsterenzo aveva 25 anni. (Fonte: La Resistenza scolpita sulla pietra – Ugo Scagni – pag.194- Edizioni Guardamagna)
Questa biografia è stata resa possibile grazie a Pietro Migliazza, appassionato ricercatore di storia locale il quale, molto gentilmente ha fornito, per questo lavoro, alcune pagine inedite di un suo libro, da pubblicarsi postumo, nelle quali ha scritto testuamente:
- Martedì 27 febbraio 1945. Arrivano a Mezzano, durante la notte, tre soldati russi, Giovanni, Rijsca e Misca. Il loro arrivo è segnalato solo dall abbaiare dei cani. Devonoincontrarsi con la partigiana Tina Tacchinardi (la Bionda) per concludere il passaggio nelle file partigiane dell Oltrepò. Dopo l abboccamento la partenza viene fissata per le ore tre pomeridiane. Mercoledì 28 febbraio 1945. Mattino. La moglie di Michele Anselmi, signora Rosa, scopre nel suo orto tre russi e li fa entrare nella sua stalla. Ore tre pomeridiane. Nessun partigiano viene a prelevare i russi. Arriva invece più tardi, in motocicletta, una staffetta tedesca che parla con il maresciallo che comanda il presidio di Mezzano (fraz. di Pieve Porto Morone). La gente della cascina intuisce che stanno cercando i russi e li avverte del pericolo che stanno correndo. Questi decidono ugualmente di passare la notte a Mezzanoe si nascondono nella greppia della stalla di Anselmi. Davanti allo stabile, per occultarne la porta, il figlio di Michele pone un carretto. Sera. I tedeschi, una ventina di militari, circondano Mezzano, prendono un civile della cascina, Mario Magnani, lo interrogano, lo minacciano, vogliono che faccia loro da guida nella ricerca dei russi. Il poveretto non sa nulla, piange e si dispera. Si incomincia a perquisire la cascina, casa dopo casa, pollai, stalle, rinnovando ogni tanto le minacce all\'ostaggio. Aprono anche la stalla dove sono nascosti i russi ma non li trovano. Allora imprecando tornano a minacciare il Magnani, vogliono impiccarlo. A questo punto i russi che intanto erano usciti dal loro nascondiglio, forse per salvare il Magnani, sono catturati dai tedeschi. Viene arrestato anche Michele Anselmi proprietario della stalla e messo al muro insieme ai russi. Intanto si è fatta notte, le donne nascoste dietro le finestreseguono atterrite la scena illuminata e resa più agghiacciante dalla luce spettrale della luna. Rijsca piangente in ginocchio supplica clemenza, viene invece malmenato e colpito più volte con il calcio del fucile, poi il maresciallo fa rinchiudere in prigione (un pollaio della cascina) Misca, che era stato suo attendente e Anselmi. Gli altri due sono portati sulla riva del Po poco distante e uccisi. Le donne poco dopo vedono tornare il maresciallo ancora furente con il braccio destro bagnato del sangue dei due poveretti che aveva appena assassinato. Miche Anselmi è rilasciato dopo varie traversie e suppliche della moglie Rosa che aveva fatto intervenire a suo favore alcune persone tra le quali il parroco , don Amilcare Comini, il dott. Tommaso Ricci medico condotto, il podestà e il capitano medico degli slovacchi. I partigiani russi furono sepolti nel cimitero del paese. Successivamente, probabilmente nel 1968, i resti mortali di Giovanni di Orio furono esumati e trasferiti in patria. - (Fonte: I Caduti della Divisione Matteotti Valle Versa Dario Barni - Bruno Meriggi)
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