nato a Monaco di Baviera il 17 luglio 1906, morto in luogo e data ignoti. Ebreo, artigiano residente a Milano, fratello di Sigismondo, è internato con lui nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia. Nell elenco nominativo degli ebrei di razza residenti nella provincia di Pavia della questura di Pavia, risulta poi internato a Landriano. Secondo documenti presenti nell’archivio del Comune vi è confinato con il fratello dal settembre 1941 e subisce, come tutti i confinati, restrizioni quali il divieto di allontanarsi dal comune e l obbligo giornaliero della firma in municipio (nell archivio comunale è ancora conservato il foglio delle firme).
È arrestato a Landriano il 1 dicembre 1943 dai carabinieri. Angela Reitano riporta la relazione del fermo di polizia di Max e del fratello Sigismondo da parte del maresciallo: - I due fratelli B. ebrei internati vendevano tutti i beni per espatriare in Isvizzera…La sera del 30 novembre 1943, la radio italiana emanava disposizioni che tutti gli ebrei residenti in Italia dovevano essere internati in campi di concentramento.La notizia venne anche pubblicata dal Corriere della Sera, il che ha accelerato i preparativi di partenza dei due internati. La sera del 30 novembre corrente anno e il mattino successivo la dimora dei B. è stata visitata da persone sconosciute, venute da Milano, per concertare le modalità e l itinerario da seguire per raggiungere la frontiera. Noi maresciallo C.L., venuto a conoscenza della loro imminente partenza, alle ore 10 del primo andante, ordinavamo che fossero fermati per misure di P.S. e frustavamo così il loro tentativo…-.
Detenuto in carcere a Pavia poi a Milano. Da qui deportato ad Auschwitz il 30 gennaio 1944, arriva il 6 febbraio (conv. 06, trasp. 24) e muore in datasconosciuta.
La stessa sorte tocca al fratello Sigismondo.
La sorella Sofia, nata a Monaco il 14 agosto 1914, residente a Milano, arrestata a Milano il 20 luglio 1944, detenuta ad Auschwitz dal 27 luglio 1944 al 28 ottobre (conv. 14) e poi a Dachau (n. di matricola 120557). Recenti acquisizioni di documenti dall’ITS di Arolsen hanno permesso di appurare che Sofia è sopravvissuta.
A Landriano sono state dedicate ai fratelli tre pietre d’inciampo nel 2019.
(Fonte: ANED Biografie dei Deportati Pavesi) |