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Partigiano, nato a Bevagna (PG) il 20 settembre 1925 e residente a Cassolnovo. Il 26 settembre 1944 i nazifascisti arrestano nei boschi del Ticino, presso Villa Reale, i partigiani Frasconà Salvatore, Gazzo Carlo e Profili Giovanni, già appartenenti ad una brigata della Val Strona e ora aggrgatisi all Brigata Leoni. Vengono incarcerati a Vigevano e il 6 ottobre sono fucilati nel cortile del castello sforzesco a poca distana dal luogo della esecuzione, 11 mesi prima, di Leoni Giovanni.
Un articolo comparso su “L’Indipendente” (settimanale dei partiti Socialista e Comunista diretto da Luciano Mastronardi e Paolo Moro) del 10 giugno 1945 rende invece bene, al di là dell’enfasi, la drammaticità della cattura e dell’esecuzione. Si propongono qui di seguito alcuni stralci.
“Si fanno scendere dall’autocarro i condannati ed il comandante del plotone sollecita le operazioni col pretesto che è già chiaro. Ha ragione perché simili orribili nefandezze solo con la complicità delle tenebre gli scellerati possono compiere. (…)
Intanto nei tre ragazzi, al primo senso di sgomento è subentrato l’impulso della ribellione. È la primavera dei vent’anni che insorge e non vuole lasciarsi stroncare dalla tempesta della morte. È la bontà e la santità della causa, per la quale hanno lottato e sofferto, che li rende convinti di non meritare così tremendo supplizio. Si mettono a fuggire per il cortile inseguiti dai fascisti, tanto desiderosi di portare petti italiani davanti ai fucili tedeschi.
Frasconà è subito preso, gli bendano gli occhi, torna tranquillo. O buon Frasconà tu sei già lontano, il tuo spirito, i tuoi pensieri sono rivolti laggiù verso la tua Sicilia, verso il tuo grande mare, verso la povera madre tua che, ignara della tua sorte, ancora spera e ti attende. Anche Profili si è quietato, e con la benda calata sugli occhi attende che il destino si compia. Ma Gazzo no, non si adatta. Lo prendono, gli mettono la benda; se la strappa e scappa. E così due, tre volte, fin quando un tipico delinquente fascista, Rustioni, gli si precipita addosso tempestandolo di pugni e di insulti: Gazzo tenta ancora la resistenza. Povero Gazzo! Tu resisti, tu rivuoi la tua libertà per correre, attraverso i boschi incantati del nostro Ticino, che tuo padre ti ha insegnato ad amare. È ripreso, ancora gli si lega la benda sugli occhi, lo si pone contro il muro, tenta ancora di togliersi lo schermo dalla vista, ma la raffica gli ferma a metà il gesto. I tre corpi cadono, ma sono scossi dal tumulto dell’agonia. L’abbreviano Lazzaroni e Rustioni con il colpo di grazia”.
Il successivo 25 ottobre un gruppo di uomini della Brigata Leoni elimina, nei pressi di Vigevano, il milite della GNR Luigi Rustioni, responsabile con altri commilitoni della fucilazione dei partigiani Frasconà, Gazzo e Profili. Ad ognuno dei tre partigiani la città di Vigevano ha dedicato una via.
Fonte: http://www.rifondazionevigevano.it/i-partigiani-fucilati-settantanni-fa-in-castello-gazzo-profili-e-frascona-tre-giovani-vite-stroncate-dal-piombo-teutonico. |