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Partigiano militante antifascista, di professione dirigente d'azienda. Nato a Pavia il 3 dicembre 1897; si era appena laureato in scienze economiche quando, come ufficiale del Genio, aveva preso parte alla prima guerra mondiale. Al termine del conflitto si era iscritto al Partito socialista. Nel 1924 è stato candidato a Trieste alle elezioni politiche e aveva cominciato a svolgere, oltre al suo lavoro, un'intensa attività pubblicistica, scrivendo per l'Avanti!, per il Lavoratore di Trieste, per Rivoluzione Liberale, per Pietre e per altri fogli antifascisti. Dopo le leggi eccezionali fasciste del 1926, Bartellini fu arrestato e detenuto nelle carceri di Trieste, Fiume e Milano; fu infine avviato al confine a Lipari dove trova Parri, Carlo Rosselli, Nitti, Pesucci, Emilio Lussu e l'anarchico Franco Porcelli. Dopo due anni un indulto consentirà a Bartellini di tornare a Trieste con la moglie Gemma ma non ritroverà il vecchio impiego presso la Banca Commerciale e sarà costretto a trasferirsi a Milano. Riprese subito l'attività politica clandestina, tanto che fu tra i fondatori del Partito socialista italiano di unità proletaria, rappresentandolo nel CLN lombardo dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
Il 24 agosto 1944 Ermanno Bartellini viene catturato a Milano dalla polizia della repubblica di Salò; il 7 settembre 1944 viene deportato nel campo di concentramento di Bolzano e di lì nel lager di Dachau. Muore il 10 aprile 1945 nel lager di Muhldorf.
Fonti:
http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1762/ermanno-bartellini; http://bellaciaomilano.it/1945/mnemoteca/targhe-e-monumenti-commemorativi/Evento/365-bartellini-ermanno.html;
Andrea Ricciardi: Leo Valiani Gli anni della formazione - Franco Angeli |