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Partigiano, nato a Rovigo il 18 marzo 1892. La sua carriera militare inizia nel Reggimento Genova Cavalleria. Durante la prima guerra mondiale, nel corso del 1917, riceve i gradi di Tenente mentre nel 1918 verrà insignito della Croce per meriti di guerra. Dopo aver trascorso un periodo in Albania in veste di volontario, nel 1925 venne inviato in congedo e nel 1935 promosso capitano per anzianità. A Pavia gestisce una rivendita di auto e, per svagarsi con i cavalli, acquista la Cascina Carlina a Pieve Albignola, dove lavora come fattore Aldo Locatelli. Nel 1940 è richiamato alle armi con il grado di maggiore e assegnato al presidio di Pavia. Dopo l'8 settembre 1943 è catturato dai tedeschi ma riesce a fuggire e raggiunge la Cascina Carlina. Panigadi inizia ad ospitare sbandati dell'esercito italiano e prigionieri alleati; li aiuta ad espatriare in Svizzera o a passare nelle prime formazioni partigiane. Stabilisce anche contatti radio con gli alleati e chiede il lancio di armi. Con l'aiuto del fattore Locatelli, accendeva i falò e sparava i razzi notturni per segnalare la posizione agli aerei alleati che dovevano effettuare i lanci.La situazione però precipita il 27 agosto 1944 quando alla Frazione Cascinotto Mensa arrivano le camice nere seguite da due camion di militari tedeschi con l'intenzione di arrestare tutte le famiglie; la cascina Carlina era già stata segnalata alla Prefettura di Pavia come centro di aiuto e smistamento di partigiani e soldati alleati. Alla Carlina i tedeschi scovano quattro militari disertori appartenenti alla Divisione Monterosa e altri due renitenti alla leva; i fascisti sequestrano anche un certo numero di divise appartenenti a ex prigionieri di guerra inglesi e armi di vario tipo. Nel frattempo, i tedeschi danno fuoco al fienile: un soldato inglese nascosto sotto il fieno fa appena in tempo a fuggire. Panigadi e Locatelli vengono arrestati dagli uomini della Brigata Nera Alfieri insieme agli altri abitanti della cascina e portati al cimitero di Pieve Albignola per la fucilazione. Qui però vengono raggiunti dai figli del Locatelli che corrono ad abbracciare il padre tra singhiozzi e lacrime. Il comandante del plotone, forse commosso dalla situazione che si era creata, ordina quindi di portare i due prigionieri in carcere a Pavia. Da qui verranno trasferiti a San Vittore a Milano dove subiscono le prime torture ad opera delle SS. Vengono quindi inviati in Austria nel campo di Mauthausen dove arrivano il 20 novembre 1944 e da qui smistati al sottocampo di Melk a 80 km da Vienna. Poco prima di Natale Panigadi si ammala e, non riuscendo a lavorare, riceve anche una violenta bastonatura. L'amico Locatelli non lo abbandona e rischiando la fucilazione, scavalca il reticolato del campo, entra nell'infermeria, e trascorre due giorni nascosto sotto il letto di Guido, Lo assiste sino alla fine quando, il 01 gennaio 1945, Panigadi cesserà di vivere. Locatelli morirà invece a Ebenzee, nella zona di Salisburgo, il 24 aprile 1945. (La Provincia Pavese del 24 aprile 2008 riporta la ricostruzione di questi fatti dal resoconto di Gaetano Bottacin fotografo e appassionato di storia locale) |