Nato a Sannazzaro de' Burgundi (PV) il 3 novembre 1901. Pittore decoratore di Balossa Bigli. Attivo nell'organizzare i primi CLN nella bassa Lomellina, aiuta gli ex prigionieri anglo-americani e fornisce aiuti alle formazioni "GL" dell'oltrepò Pavese. Viene arrestato a Sannazzaro il 3 novembre 1944 ed è subito condotto a San Vittore. Deportato poi a mauthausen e trasferito ad Auschwitz, ritorna a Mauthausen ed è assegnato al kommando di Melk, da dove uscirà in fin di vita. Muore il 20 aprile 1945 nel campo principale.
(Fonte: I Deportati Pavesi nei lager nazisti - Annali di Storia Pavese a cura dell'Amministrazione Provinciale di Pavia)
Si riporta integralmente l'articolo pubblicato sulla Provincia pavese il 24 aprile 2005 dal titolo "Non dimenticate Savasini"
Partigiano, nato il 19 giugno 1901 a Sannazzaro De' Burgundi. Abitava alla frazione Savasini(l'agglomerato di case posto sulle rive del Po, vicino a Balossa, si chiamò cosi dal 1949 in suo ricordo; prima recava il nome di savoia, in onore della famiglia reale). Fu attivo nell'organizzare i primi Comitati di Liberazione nazionale in Lomellina; aiutò gli ex prigionieri anglo-americani, fornì preziosi aiuti alle formazioni 'Giustizia e Libertà' dell'Oltrepò Pavese. Ma fu soprattutto il più valente tra i reclutatori di giovani partigiani che dalla Lomellina venivano traghettati sul Po a Ghiaie di Corana, per essere poi trasferiti in Valle Staffora e Val Borbera per rafforzare le brigate partigiane.
Luigi Savasini fu arrestato a Sannazzaro all'alba del 3 novembre 1944 e condotto a San Vittore. Deportato poi a mauthausen, trasferito ad Auschwitz, ritornato ancora a Mauthausen ed assegnato al 'kommando' di Melk dove morì nel campo principale il 21 aprile del '45.
Abbiamo trovato, con l'aiuto di Lino Rossi (presidente della sezione ANPI di Sannazzaro) chi fu testimone delle sue ultime ore di vita in terra lomellina, prima del suo arresto e della sua deportazione. E' Aldino Curti, classe 1924, allora gestore con la sua famiglia dell'unica osteria di Savoia che fungeva da "collettore" tra le aree lomelline e le forze partigiane sulle colline. Aldino Curti ricorda: " Luigi Savasini era un esperto decoratore, ma anche un uomo coraggioso, aperto al dialogo, un organizzatore nato. Suonava la chitarra e cantava bene nelle osterie del paese. Nella mia osteria, posta a poche centinaia di metri dal Po, ricavò un vero punto di rifornimento per i partigiani dell'Oltrepò. Assieme a "Filicin" di Moncalieri, Luigi reclutava giovani partigiani nei nostri paesi, li concentrava nella mia osteria e di notte li traghettava con le barche sulle sponde oltrepadane del fiume da dove raggiungevano i partigiani sui monti".
Quello di Luigi Savasini fu un impegno durato diversi mesi tra mille rischi e disagi, con la sola certezza di un grande obiettivo: la liberazione, un momento che il partigiano sannazzarese non potè mai personalmente raggiungere, nè godere. Aldino Curti racconta:" In tanti gli consigliarono di fuggire, di cambiare aria. Il 2 novembre, di notte, l'agguato. Tre graduati in camicia nera circondarono la cascinadove Savasini riposava, proprio in fondo alla frazione, attesero l'alba e poi sfondarono la porta. Savasini venne arrestato".
"All'alba del giorno dopo- continua Curti- ero nel cortile dell'osteria e scaldavo dell'acqua per macellare un maiale. Vidi passare in strada i tre fascisti e Luigi. Lui chiese di accendere una sigaretta al fuoco che stavo alimentando in cortile e glielo permisero. Quando si avvicinò, mi sussurrò: "Non ci vedremopiù, mi portano via per sempre. Andate avanti anche senza di me" e tornò in strada per essere ammanettato"
Anche Lino Rossi dell'ANPI ha un pensiero per Lino Savasini:" A sessantanni dalla sua morte, vorrei che le istituzioni locali non si scordassero di lui. Del partigiano Savasini dovremmo riattivare un ricordo che coinvolga anche i giovani ai quali la Resistenza ha scavalcato le porte della libertà"(Paolo Calvi - La provincia pavese - 24 aprile 2005)
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