contadino, vittima civile; nato a Cigognola il 23 luglio 1878 e residente a Cigognola; per aver aiutato il compaesano Mario Rovati, già prigioniero della Sicherheits, è torturato e gettato nel "pozzo della morte" del castello di Cigognola dalla stessa polizia. La data probabile del decesso è il 19 dicembre 1944. Una via di Cigognola porta il suo nome.
Si allegano 3 testimonianze desunte dai processi tenuti a Voghera subito dopo la Liberazione, tratte dal “Documentario n.2 – Edizione Cronache dell’Oltrepò” finito di stampare il 07/11/1945 dall’Officina d'Arti Grafiche Boriotti Zolla - Voghera
1 - Testimonianza di Ottavio Cavallacci appartenente alla Sicherheit Abteilung del presidio di Cicognola
“Lo Scarani fu catturato dopo che per ordine del tenente Campagnolo fu bruciata la sua cascina.Egli era accusato con la sua famiglia di avere dato ospitalità ad un prigioniero fuggito. Catturato lo Scarani fu portato in Castello e rinchiuso nelle prigioni. “Ricordo che la mattina dopo stando di guardia, apersi una porta di una camera vicino alla cucina e ad una trave del soffitto vidi appeso il suo cadavere”.
2 - Testimonianza di Luciano Serra appartenente alla Sicherheit Abteilung e comandante del presidio di Cicognola
“In quei giorni si trovava prigioniero in Castello un certo Rovati, padre di partigiani di Cicognola, il quale un pomeriggio evase dalla finestra. Mentre il tenente preparava una pattuglia da inviare a battere i dintorni, venne la signorina del prete di Cicognola, che disse al tenente che il Rovati si doveva trovare presso la cascina di Scarani. La pattuglia partì e giunse alla cascina. Gli abitanti fuggirono e la pattuglia sparò loro addosso, ignorando naturalmente che fossero i padroni di casa. Venne arrestato lo Scarani e incendiata la cascina. Quando rientrò la pattuglia, il tenente Campagnolo, io ed altri uomini andammo a fare un sopralluogo alla cascina. Il tenente diede ordine di prendere coperte e materassi, e tornammo, lui, io e due uomini, mentre gli altri provvedevano ad eseguire l’ordine del tenente. Lo Scarani venne interrogato e poi affidato a Dinamite (1), che lo legò per le ascelle alle travi del soffitto. Io lo vidi alla sera in quella posizione. Nella notte Dinamite lo uccise con una piattonata di sciabola alla testa e poi lo fece sparire. Questo dal racconto dello stesso Dinamite, all’indomani, racconto fatto non solo a me, ma a tutti i compagni. Mi risulta anzi che Dinamite lo abbia detto al ristorante Bedo di Broni, anche alla presenza di borghesi”.
(1) Dinamite (Mori Gildo, veneto)
3 - Testimonianza di Dario Manstretta prigioniero della Sicherheit Abteilung nel castello di Cicognola
“Dei sei trovati nel pozzo io posso dare i particolari solo sopra uno di essi e cioè sullo Scarani. L’interrogatorio venne iniziato verso la mezzanotte del 18 dicembre e lo torturarono, perché io sentivo le urla e le grida di dolore. Verso le ore 4 vidi lo Scarani appeso ad una trave tutto sanguinante dai buchi fattigli con ferri roventi nella pelle. Sentivo pure i colpi di piattonata coi quali veniva colpito. Gli chiedevano quanto tempo un partigiano si era fermato in casa sua, ma nonostante le angherie rispondeva sempre tre minuti. Gli interroganti dicevano invece quattro ore. Verso le sei del mattino forse stanchi ed annoiati, mi fu detto che gli diedero un colpo di spada colpendolo sulla bocca. Non morì però subito perché al mattino verso le otto respirava ancora. Nella stessa notte un altro prigioniero fu torturato, ma resistette ed il giorno dopo venne fucilato in piazza. Quella mattina facendo pulizia nell’ufficio dove ebbe principio la tortura, trovai i ferri della stessa e cioè rinvenni i chiodi e spilli insanguinati, nonché ferri con carne bruciata sulla cima. Rinvenni pure bottigliette di acidi a me sconosciuti.”
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