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ferroviere operaio, partigiano della Divisione "Aliotta", Brigata "Gramigna"; nato a Castelletto di Branduzzo il 26 febbraio 1922 e residente a Castelletto di Branduzzo; catturato dalla Sicherheits a Castelletto la sera del 04 dicembre insieme ai compagni Casarini Alfredo e Bernini Ambrogio; viene ucciso alle prime ore del 5 dicembre 1944 lungo la strada per Verretto durante il rientro dei militi in caserma. Casarini era già stato ucciso a Castelletto e Bernini verrà ucciso poco dopo a Redavalle. Una via di Castelletto porta il nome di Savi.
Da “Documentario n.2 - Edizione Cronache dell’Oltrepò” stampato il 07/11/1945 nell’Officina D’Arti Grafiche di Boriotti & Zolla - Voghera
Il 4 dicembre 1944, come un branco di iene fameliche, calò per la prima volta da Broni un gruppo della Sicherheit. Al comando del ten. Leone e del sergente Baccanini gli sgherri irruppero nel “Caffè Croce” fermando parecchi individui tra i quali il Casarini e il Savi; Gabetta, Olivati, Rota ed altri erano riusciti a fuggire dalla porta sul cortile. Preso anche il Bernini per la via fu condotto nella casa del Rota. Lo torturarono e gli strapparono, dopo inaudite sevizie, il nome dei compagni. Indi, dopo aver saccheggiato la casa, i briganti ritornarono al caffè; arrestarono il Savi già fermato, poi si portarono al negozio di Tino Mussini, che avevano incontrato poco prima nella strada ed avevano lasciato libero non avendolo riconosciuto. Saccheggiarono completamente la bottega distruggendo tutte le risorse di un povero artigiano, rubando ogni cosa e lasciando un cumulo di rottami. Al mattino seguente si sparse fulminea in paese la notizia che il Casarini era stato trovato cadavere sulla neve all’uscita di Castelletto e il Savi, appena fuori dal paese, sulla strada che conduce a Verretto. La notizia della miseranda fine del Bernini venne invece nel pomeriggio dello stesso giorno, quando si potè riconoscere nel cadavere trovato a piedi nudi sul ciglio della strada in prossimità di Redavalle il corpo martoriato del povero partigiano.
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