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operaio, partigiano della Divisione \\\"Aliotta\\\", Brigata \\\"Cornaggia\\\"; nato a Godiasco il 9 gennaio 1924 e residente a Godiasco; catturato e ucciso dai nazifascisti il 31 gennaio 1945 a Biagasco di Pozzol Groppo (Alessandria) insieme ad Anna Mascherini, Alberto Piumati, Covini Carlo, Giovanni Torlasco e Carlo Covini. Una via di Godiasco porta il suo nome.
Riportiamo qui sotto una parte della Commemorazione dell’eccidio a cura di Mario Sonzini
… nella notte fra 30 e 31 gennaio una trentina di uomini della Sicherheits di Fiorentini con una decina di militi della GNR di Voghera comandati da Antonio Bruschi si danno appuntamento a S. Desiderio da dove salgono a circondar Groppo. Fiorentini si dirige verso centro paese, fa salire a destra il suo vice Pier Alberto Pastorelli che al processo dirà di essersi unito per salvar Covini che sapeva padre di bimbi piccoli, e a sinistra Bruschi che dirà invece di esser rimasto a far accerchiamento con la GNR: forse han già sorpreso leggermente lontane le guardie partigiane Fulvio Sala e Giovanni Torlasco insieme a un giovane renitente del luogo. Appena in paese Pastorelli scorge Fiorentini con un uomo corpulento: -Il mezzadro del parroco ci guida sul posto, è alla scuola-. Qui insieme a Bertoluzzi e 5 o 6 altri il maresciallo Amend si avvia alla porta mentre a lato si alza una scala: alla irruzione dalla porta Pastorelli penetra fracassando la finestra. I nazifascisti spianano le armi: i partigiani son fatti alzare dai giacigli dove dormivano. Mentre si avvicinava a Covini Pastorelli avrebbe prevenuto Amend che già urla: Questo lo ammazzo io- dicendogli di calmarsi e non ammazzar nessuno perché i prigionieri non hanno armi. Scalzi e seminudi due di loro fra cui Alberto Piumati son condotti sullo spiazzo antistante: Fiorentini lo spinge col mitra contro il muro della scuola ma Alberto gli afferra la sua arma e lo affronta. Accorre subito un altro milite: Piumati stramazza. Pastorelli dirà di aver udito i colpi mentre scendeva a riferir la assenza di armi e chiedere a Fiorentini di placar Amend. -Voleva disarmarmi- si sarebbe giustificato Fiorentini e su Amend avrebbe aggiunto: Non ti immischiare, raduna gli uomini e lasciagli far il suo dovere-. Anche Bruschi dirà di essersi avvicinato appena uditi gli spari ma, visto a terra il cadavere, non si sarebbe avvicinato perché impressionabile! Pastorelli sarebbe poi risalito a comunicar ad Amend che Fiorentini intende interrogar Covini che però può muoversi solo a rilento. Ridisceso, Pastorelli avrebbe quindi fatto aprire l albergo di fronte, poi, mentre Fiorentini vi comincia a interrogar Martinelli e la Mascherini, si sarebbe messo a tranquillizzar gli ospiti presenti fra cui una coppia francese compreso un ex compagno di scuola, Angelo Gilardoni. Improvvisa fuori risuona una raffica, poi sarebbe entrato Amend dicendo -Lo ho ucciso io- evidentemente riferito a Covini. Alla protesta di Pastorelli: -Perché? Ti avevo detto che dovevamo interrogarlo a Broni- Fiorentini avrebbe commentato -Così lo ha belle interrogato-. Amend avrebbe poi esibito il portafogli di Covini dicendo: -Lo tengo sino a domani per mostrarlo alla Piera-. Linterrogatorio prosegue e, quando si alzano, convinto che sarebbe proseguito più tardi, Pastorelli si attarderebbe a parlar con Gilardoni. Appena fuori però il diciannovenne varzese Pietro Botti detto Bellezza si sarebbe fatto sotto ad Anna Mascherini, insultandola pesantemente uccidendola poi sparandole in bocca. Probabilmente a questo punto Lucio Martinelli, rimasto sino ad allora calmo e impassibile, ha avuto una reazione: una raffica uccide pure lui. Poi, con i corpi senza vita sulla neve, i nazifascisti si sarebbero trattenuti in osteria a pranzare. Infine, ridiscendendo verso lo Staffora, in lontananza sarebbe echeggiato un -Abbiam preso due armati-: Pastorelli avrebbe ordinato di condurli al camion ma poi, nel buio della notte, avrebbe detto di far presto e portarli giù. Partono nuove raffiche: anche Giovanni Torlasco e Fulvio Sala sono stati uccisi |